Arwyd ~ GDR Narrativo

Pug

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1 Like   -1
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Administrator
    Posts
    409
    Reputation
    0
    Location
    Italia

    Status
    Offline
    «Ricorda che lei lavora sempre per qualcuno, non è la fondatrice della rivista per cui scrive.»
    «Morena,» rispose deciso Leonard, «ti ringrazio tanto per la preoccupazione che hai mostrato nei miei confronti... Ma secondo me Nathalie ha moltissimo potere. Ha chiuso il ristorante in cui lavoravo... Non voglio più sentirmi come una marionetta. E non vorrei più lavorare in un ambiente basato sulle “conoscenze”. Vedrò di allontanarmi il più possibile da questo mondo.»

    Lol due schiaffi a Leonard io li darei :P

    Leonard ascoltò la spiegazione di Morena. Gli aveva appena dato del pessimista. Forse aveva ragione in fondo... Non stava forse facendo di tutta l’erba un fascio? Ma no: non sarebbe mai riuscito a guardare ai ricchi senza neanche una punta di risentimento. Riot era quasi riuscita a fargli cambiare idea, ma molte frasi che erano uscite dalla sua bocca non avevano fatto altro che riconfermare i suoi preconcetti.

    Era notte e, solitamente, a quell’ora regnava il silenzio. Sì, è vero: a volte si potevano sentire le cantilene di certi ragazzacci, ma Leonard non vi faceva mai caso. Quella sera, però, le voci sembravano particolarmente vicine all’edificio in cui viveva, e il ragazzo non poté non affacciarsi alla finestra. Stanco di sicuro non era: aveva riposato per diverse ore. La ferita, però, gli dava parecchio fastidio; non riusciva nemmeno a camminare in maniera normale.

    In verità non so se, a quell’altezza, si possano sentire le voci dei “ragazzacci” :’D Non penso di aver avuto abbastanza esperienza in questo campo per poterlo dire... Però facciamo finta: è una licenza artistica ù.ù

    Da quella angolazione si poteva vedere bene l’ingresso al palazzo. E lì riconobbe subito la figura di Morena, illuminata dalla sterile luce bianca che si trovava sopra alla porta, attorniata da figure di personaggi poco raccomandabili.
    “Dannazione,” pensò il ragazzo, “e mo’ devo andare ad aiutarla? O faccio meglio a far finta di niente?”
    Quell’esitazione, in verità, non dipendeva dal fatto che non gliene importasse nulla di Morena; anzi, dopo un giorno sentiva già che quell’amicizia fosse più o meno importante, e che a Morena, in verità, ci teneva un poco. Aveva considerato l’opzione di far finta di niente per via della sua personalità talvolta inetta.
    In men che non si dica, si ritrovò nell’ascensore diretto verso il piano terra, sperando che, nel frattempo, quella scomoda situazione si risolvesse.
    Arrivato al piano terra, scese con non poca difficoltà gli scalini che conducevano al portone e lo aprì da dentro, intimando a Morena di entrare.
     
    Top
    .
255 replies since 10/8/2019, 15:33   1860 views
  Share  
.